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Perché usare meno plastica

Dai primi anni ’50 sono state prodotte oltre 8,3 miliardi di tonnellate di plastica. Almeno la metà è stata progettata per essere usata una sola volta per poi essere gettata via. 

I rifiuti di plastica sono onnipresenti e radicati nell’ambiente naturale, tanto che qualche scienziato ha proposto di usarli come indicatori di una nuova era geologica.

Per evitarne l’accumulo nell’ambiente della plastica, bisogna sicuramente imparare a differenziarla correttamente per rimetterla in circolo, ma non c’è dubbio che la soluzione del problema si affronti alla fonte del fiume di plastica, cercando di evitare di produrre e acquistare oggetti fatti con questi materiali sintetici.

Usi e costumi dal passato per un futuro senza plastica

Come spesso accade, la miglior tutela dell’ambiente passa per scelte domestiche. Per il 2020 abbiamo provato a immaginare come potrebbe essere una casa che decidesse di non accogliere più nuova plastica nelle sue stanze. Scoprendo che in fondo è semplice realizzarla, con un po’ di attenzione: d’altronde ecologia vuol dire “studiare casa propria”.

Teiere e caffettiere

 

Si beve tè da quasi 2 mila anni mentre l’uso di infusi a base di caffè è più recente: le fonti storiche inquadrano i primi bevitori di questa bevanda nei monasteri islamici dell’Arabia meridionale di metà ‘400. Nei secoli poi l’arte di sorseggiare tè e caffè si è raffinata sempre più, scovando nuove modalità di degustazione e trasporto. Da qualche anno è arrivata da parte di qualche marca, anche la novità di racchiudere le foglioline di tè in piccoli sacchetti di plastica oppure di raccogliere i grani macinati del caffè in capsule non riciclabili di plastica e alluminio. Non è certo una buona idea per l’ambiente: le bustine di tè rilasciano in acqua calda circa 11 miliardi di microplastiche e 3 miliardi di nanoplastiche, mentre si stima che l’uso delle capsule in Europa produca 70mila tonnellate di rifiuti da mandare in discarica o nell’inceneritore; un sesto di questa montagna di rifiuti è prodotta in Italia.

In chicchi, in foglie o macinate 
usa miscele sfuse, non confezionate. 
Gusterai al risveglio ogni dì 
una tazza di caffè plastic free. 

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Borse milleusi

 

C’era una volta il sacchetto di plastica: fatta la spesa, rimaneva per anni tra i rami di alberi e cespugli, lungo le rive di fiumi e torrenti, sulle spiagge, sul corpo o negli stomaci degli animali oppure disperso in micro-frammenti nei terreni. Poi arrivò la busta usa-e-getta biodegradabile anche se il termine è fuorviante: nell’ambiente rimane ancora troppo a lungo per non fare danni. Ora nei mercati è arrivato il sacchetto derivato dalle piante: oltre a essere biodegradabile è anche compostabile, si trasforma cioè in ottimo terriccio fertile. Si tratta di un contenitore indispensabile per raccogliere i rifiuti organici, ma anche su questo prodotto va fatta attenzione: non va mai rilasciato nell’ambiente e, in Italia, su 10 sacchetti apparentemente compostabili, 4 si sono rilevati dei falsi. Per fare la spesa il meglio è allora lasciarsi alle spalle ogni contenitore usa-e-getta e adottare per sempre una bella shopper di stoffa.

Le buste usa e getta? Che dici! 
Del pianeta sono i peggiori nemici.
Usa le borse in lino e in cotone 
plastic free e alla moda ogni stagione.

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Borracce

  

In una nota della Naturalis Historia di Pilinio il Vecchio c’è scritto: “Non è mai esistito nulla al mondo più grandioso di un acquedotto”. Il motivo lo spiega bene in un suo libro anche Sesto Giulio Frontino, l’anziano senatore che tramite archi, cunicoli e tubi era riuscito a trasportare tra i vicoli dell’antica Roma la più pura acqua delle montagne. L’acquedotto, diceva, è di gran lunga superiore a tutte e sette le meraviglie del mondo perché, a differenza della piramide di Cheope o del Colosso di Rodi, salva la vita ai cittadini, garantendo loro acqua sicura. Questo antico sogno di purezza è ancora realtà. Oggi gli acquedotti forniscono acqua di qualità a ogni casa e palazzo, potabilizzandola e, tramite controlli quotidiani, garantendone la bontà fino alla consegna. Grazie alle borracce possiamo portare quest’ottima acqua sempre con noi.

Scegli la borraccia, la tua preferita, 
è plastic free e dura una vita! 
Una fonte d’acqua inesauribile, 
farne a meno diventerà impossibile. 

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Saponette

  

Il primo brevetto di sapone liquido è stato depositato a New York nell’estate del 1865, ma per la prima produzione in serie bisognò aspettare oltre un secolo, fino al 1980. Prima di questa data i bagni e le cucine di casa erano popolati dalle tradizionali saponette la cui origine affonda nella storia e porta probabilmente all’area di Aleppo in Siria, passando dai saponificatori della Marsiglia del XVII° secolo e dalla via dei Saponai nella Firenze medicea. Cruciale per rendere il sapone liquido un prodotto di massa, è stato lo sviluppo di un flaconcino dotato dell’apposito dispenser a pompa. La storia di questa miscela liquida detergente è dunque da sempre legata alla plastica usata per contenerla.

Evita tubetti, bottiglie e flaconi 
meglio usare acqua, saponette e saponi 
Plastic free è adesso il tuo bagno, 
Minimo impegno, tanto guadagno.

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Tappo multiuso

  

Ogni anno ciascun italiano getta nella pattumiera 36 kg di cibo ancora buono. Secondo l’Osservatorio nazionale sugli sprechi gli italiani ne sono consapevoli: per 9 persone su 10 si tratta di un danno economico e di forte impatto diseducativo per i giovani. È una cifra enorme anche da un punto di vista sociale: solo utilizzando lo spreco italiano si potrebbero sfamare cinque milioni di persone denutrite per un anno intero. La lotta allo spreco inizia nei supermercati, comprando di meno, e finisce in cucina dove è possibile conservare in frigorifero le eccedenze. Qui entrano in gioco le pellicole alimentari di polietilene o etilene vinil-acetato per avvolgere gli avanzi. Ma potendo scegliere, perché non lasciare sugli scaffali del supermercato tutti quei rotoli di plastica trasparente e non usare un semplice e comunissimo piatto per coprire oggi il cibo che vogliamo mangiare domani?

Per conservare una pietanza 
evitando rifiuti in abbondanza 
potresti usare un piatto rovesciato 
e plastic free sarà il risultato. 

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Aceto e limone

  

Il limone è nemico della plastica. Non solo perché nelle bucce dei limoni vi sono oli che dissolvono alcuni tipi di plastica – motivo per cui il limoncello può essere bevuto solo nel vetro – ma anche perché l’essenza del limone può evitarci l’acquisto di numerosi flaconi di detersivo. L’acido citrico infatti, diluito nell’acqua distillata in una brocca di casa, riesce a sciogliere ottimamente il calcare depositato su vetro, superfici di acciaio e lavandini. In accoppiata al bicarbonato di sodio poi può sturare i tubi: la reazione tra le due sostanze sviluppa un’effervescenza a base di anidride carbonica che muove lo sporco e libera lo scarico. Anche il bicarbonato da solo aiuta a far piazza pulita di contenitori e spugne di plastica: i suoi cristalli messi su uno straccio umido creano un delicato detergente abrasivo che non graffia e rimuove macchie e aloni da lavandini, mobili, muri e pavimenti.

Lindi bicchieri, pavimenti e stoviglie 
col limone puoi fare meraviglie. 
Pulizie plastic free anche col bicarbonato 
spargi la voce in tutto il vicinato

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Posate

  

La parola pic-nic deriva dal francese piquer (prendere) e nique (cosa di poco valore). Eppure le economiche posate di plastica che si usano comunemente a feste e pic-nic, insieme ai piatti e ai bicchieri dello stesso materiale, hanno un altissimo prezzo per l’ambiente. Nel maggio del 2019 l’Unione europea ha definitivamente messo al bando queste plastiche mono-uso così inquinanti per i mari e i suoli. Le forchette, i cucchiai e i coltelli di plastica – insieme ai bicchieri, ai piatti, alle cannucce, ai bastoncini cotonati e agli altri prodotti usa e getta per i quali esistono alternative più rispettose dell’ambiente – non saranno più immessi nel mercato europeo a partire dal 2021. Altri oggetti di plastica poi - come le tazze da caffè, i palloncini e le reti da pesca - devono essere raccolti e trattati a spese di chi li produce.

Posate e cannucce: stop al monouso!
Piatti e bicchieri: anche qui, discorso chiuso.
Degustazioni plastic free è la sostanza: 
a casa, a scuola, al lavoro e in vacanza. 

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Caraffe

  

L’Italia è il primo paese in Europa per consumo pro capite di acqua minerale e tra i primi tre nel mondo. Il 63% delle famiglie dichiara che almeno un suo componente beve tutti i giorni oltre un litro di acqua minerale col risultato che ogni anno circa 15 miliardi di bottiglie arrivano sulle nostre tavole. Questo attaccarsi alla bottiglia è un disastro per l’ambiente: 7 bottiglie su 10 infatti sono di plastica e l’85% di esse per arrivare nelle nostre case macina migliaia di chilometri su camion inquinanti. Eppure, l’acqua di casa è buona tanto quanto quella in bottiglia, non usa plastica, costa fino a 1000 volte di meno ed è a “chilometro zero”. E allora perché non aprire il rubinetto ad ogni pasto e riempire così delle belle caraffe in vetro?

Porta in tavola una caraffa piena 
d’acqua fresca, a pranzo e a cena. 
Prendi l’acqua dal rubinetto: 
senza sprechi, plastic free, perfetto! 

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Barattoli

  

Per evitare lo spreco alimentare è possibile fare in casa delle conserve, garantendo così per anni la bontà della verdura e della frutta (rispettivamente il 24,9% e il 15,6% del cibo buttato in Italia). Per conservare il cibo bisogna però usare sostanze e materiali giusti: servono pentole in acciaio inox, dato che rame e alluminio possono rilasciare metalli in traccia e, a seconda di quello che si vuole preparare, acqua, olio, aceto, sciroppo e sale. I migliori contenitori finali? Sono quelli in vetro: si lavano facilmente, durano a lungo, se si rompono sono riciclabili all’infinito e una volta lavati non mantengono odori, a differenza di quelli in plastica. 

Se conservi cibi e oggetti 
dentro scatole, barattoli e vasetti, 
mettici cuore e tanta pazienza 
e plastic free avrai la credenza. 

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Sfusi e di stagione

  

Per migliaia di anni il rifornimento di alimenti è stato affidato alle bancarelle dei mercati dove contadini e allevatori vendevano prodotti portati autonomamente. Questo mondo è stato rivoluzionato nel 1916 da Piggly Wiggly, il primo negozio self-service, fondato a Memphis nel Tennesse: vi si entrava prendendo un cestino di vimini, ci si muoveva per corsie, si acquistava guardando i cartellini dei prezzi. Era già un super-mercato, col suo corollario di imballaggi. Oggi le scatole per trasportare le merci sono impennate: solo gli imballaggi di plastica in Italia, nel 2018, sono stati più di 2 milioni di tonnellate. Per contrastare il fenomeno nel 2007 a Londra è nato Unpackaged il primo negozio senza imballaggi, con prodotti stagionali, modello per punti vendita che stanno spuntando un po’ dappertutto e che forniscono cibo sfuso, come nei tradizionali mercati contadini.

Se scegli prodotti di stagione e sfusi 
con il pianeta non serve che ti scusi: 
spesa plastic free, fresca e genuina 
meno confezioni, più gusto in cucina. 

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Giocattoli in legno e stoffa

 

La principale sensazione tattile durante l’infanzia è quella di toccare la plastica. In un’analisi condotta nell’ultima fiera di Norimberga, la più grande del mondo dedicata ai giocattoli, è emerso infatti che 7 giocattoli su 10 sono di plastica. Nonostante alcune importanti multinazionali del giocattolo abbiano annunciato di voler eliminare il packaging o di voler fabbricare i loro prodotti con materiali di origine vegetale, gli appartamenti con bambini sono ancora pieni zeppi di questi articoli non riciclabili, la cui destinazione a fine vita è la discarica o l’inceneritore.

Utilizza giocattoli di questi materiali, 
a forma di cerchi, di rombi e di ovali: 
legno, carta e stoffa, sai la novità? 
anche il divertimento plastic free sarà. 

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Addobbi

  

Se il Natale è una festa da fare in famiglia, allora perché non provare a fare tutti insieme gli addobbi dell’albero, magari evitando di acquistare plastica? I bambini possono colorare facilmente delle pigne, ritagliare addobbi di carta, lavorare la pasta di sale o provare a fare qualche personaggio in cartapesta. Un’idea in linea con l’altruismo natalizio potrebbe essere quella di creare catenelle di frutta secca o di pop-corn: una volta passate le feste è possibile mettere questi addobbi commestibili in un sacchetto riparato dalle intemperie e aiutare così quelle specie di uccelli che non migrano e che sono strette dalla morsa del gelo invernale.

Natale, matrimonio o compleanno, 
addobbi naturali tutto l’anno. 
Usare bacche, pigne e carta è l’abbiccì 
per un vero evento plastic free.

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