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Come si diventa campioni di economia circolare?

L’economia circolare e soprattutto la riduzione dei rifiuti sono temi profondamente legati alle nostre azioni quotidiane e alle loro conseguenze sull’ambiente in cui viviamo. La riduzione, il riutilizzo, lo spreco zero sono sfide che richiedono pratica e costanza… proprio come gli sport!

Se hai voglia di mandarci i tuoi spunti di riflessione, scrivici a relazioniesterne@teaspa.it

Ce lo spiegano 12 atleti professionisti

Seguendo il parallelo tra sport e sostenibilità abbiamo tracciato una nuova, fantastica carrellata di campionati olimpici ambientali, e intervistato chi questi sport li pratica con dedizione e saggezza.

Le incredibili discipline dei nostri atleti ci raccontano un mondo virtuoso in cui il valore, il premio e perché no, anche la soddisfazione vengono proprio dal contributo che possiamo dare all’ambiente. Un contributo fatto di azioni consapevoli, scelte operate con decisione e costanza. Uno stile di vita sostenibile è importante, ma richiede allenamento... e allora cosa aspettiamo? Alleniamoci e sentiamo il parere di campioni e campionesse pronti a dispensare preziosi consigli.

Chiara Borraccia, campionessa di Vuoto a Rendere

 

Come faccio a vincere? Beh, io sono il tipo di persona che si fida del rubinetto. Mi procuro un recipiente capiente e duraturo e, fondamentale, parto sempre col pieno di buonsenso…
Piccolo sforzo, meno rifiuti!

– Chiara Borraccia, campionessa 2023 di Vuoto a Rendere 


Chiara medita nella Posizione del Vuoto, poi passa lentamente a quella del Riempimento. Con movimento fluido e continuo, colma la borraccia di acqua e la infila nella tasca sinistra dello zaino. Poi fa lo stesso con la borraccia di destra, in completa simmetria.

Una borraccia di acqua a destra e una a sinistra! Sei in un equilibrio perfetto!
Sì, sono in equilibrio con me stessa, ma soprattutto con l’ambiente. Da un lato bevo sempre ottima acqua corrente fresca, mantenendomi idratata. Dall’altro, grazie alle borracce, non uso mai quelle bottigliette di plastica che sarei costretta a buttare via.

Fai questo sport da sempre?
Purtroppo prima praticavo l’usa-e-getta. Ma mi sono resa conto che lanciare bottiglie e bottigliette nell’ambiente provocava un enorme squilibrio. L’usa-e-tieni invece centra su se stessi senza appesantire la natura con inutili oggetti.

Nuove sfide?
Diffondere la filosofia dell’usa-e-tieni anche nei supermercati e nei ristoranti, con il Vuoto a Rendere. Non sarebbe bello che anche in questi posti si usassero sempre le stesse bottiglie, infinitamente riempite?

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Marco Facentro, campione di Differenziaggio

 

Massima concentrazione! Sentire sulla pelle le condizioni ambientali, visualizzare il bersaglio, conoscere i materiali: solo così ogni rifiuto va al posto giusto.
Piccolo sforzo, meno rifiuti!

– Marco Facentro, campione 2023 di Differenziaggio


Una tiratina alla coda di cavallo, una lisciatina ai baffi e Marco è pronto a lanciare il rifiuto nel giusto cassonetto. Incocca… mira… scocca… e… centrato!

Bravo! Il differenziaggio è uno sport difficile?
No, è alla portata di chiunque, lo fanno anche i bambini, che sono bravissimi. Certo, ci vuole allenamento: gli italiani vent’anni fa riuscivano a differenziare al massimo tre rifiuti su dieci, ma adesso, dopo due decenni di prove, riescono a mettere nei corretti contenitori – cassonetti e sacchetti – più del 70% dei rifiuti. E si può ancora migliorare!

Qual è la disciplina più difficile di questo sport?
Quella delle plastiche. Ce ne sono di tanti tipi e forme, ma solo gli imballaggi possono essere differenziati. Di tutte le plastiche, solo quelle compostabili vanno puntate verso i bidoni marroni, insieme a torsoli e altri avanzi alimentari. I principianti si sbagliano sempre!

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Stefania Senzasforzo, campionessa di Lotta Compatta

 

Se studi i punti deboli e lavori ai fianchi, anche l’avversario più duro si riduce in un’innocua polpetta. Così!
Piccolo sforzo, meno rifiuti!

– Stefania Senzasforzo, campionessa 2023 di Lotta Compatta


SKRUSC! CIAF! CLUNC! Non esiste rifiuto che Stefania non schiacci, pigi, pressi, frantumi o appallottoli. Nessun materiale le si oppone.

Ma perché fare tutta questa fatica, Stefania?
Ah-ah! Nessuna fatica: è semplicissimo, credetemi, e ne vale la pena! Quando i rifiuti diventano piccolini, in un cassonetto o in un sacchetto ce ne stanno di più. E, soprattutto, compattandoli si aiutano le macchine che poi li ricicleranno.

Qualche consiglio a chi vuole iniziare questo sport?
Ne ho uno sulle bottiglie di plastica: mai schiacciarle dall’alto, accartocciandole in misere fisarmoniche. Bisogna pestarle bene di lato, per il lungo. Una volta diventate sottilette poi, mettete loro il tappo. In questo modo non si rimetteranno mai più in forma: eviteranno di riprendere aria e occupare ancora spazio. Per quanto riguarda le lattine, invece, loro vanno calpestate dall'alto. Come dico sempre io: lotta compatta contro la latta!

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Joe Vicino, campione di Zero Kilometro

 

Più fresco, più vicino, più sano! Filiera corta e priorità ai prodotti in scadenza è il metodo che uso per vincere con zero spreco.
Piccolo sforzo, meno rifiuti!

– Joe Vicino, campione 2023 di Zero Kilometro


Joe ha un orto dietro la schiena e un fornello davanti al naso. In questo modo, tenendo i piedi ben piantati a terra, riesce a raccogliere una carota, spezzettarla in tante listarelle arancioni e subito gettarla a sfrigolare in padella. Fa così con tutti gli alimenti.

Sei velocissimo!
Eppure risparmio energia: non faccio uso di camion che bruciano benzina per portarmi ciò che cucino, non faccio ronzare quegli enormi frigoriferi che conservano gli alimenti. Evito poi tutti i costosi imballaggi di plastica e cartone che servono a far viaggiare il cibo. E che diventano subito ingombranti rifiuti.

Però il chilometro-zero è uno sport sedentario!
Sì, e per questo fa benissimo alla salute! Prendere la frutta e la verdura vicina a casa significa mangiare solo cibo di stagione, il più nutriente e buono. E se si conoscono i contadini del proprio territorio, si possono scegliere coloro che curano meglio le proprie piante e che magari non usano sostanze sintetiche. Non è meglio un’agricoltura senza doping?

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Silvia Cercasfuso, campionessa di Spackaging

 

Amo il risparmio, odio lo spreco. Beh, metti insieme le due cose e campionessa dello sfuso ci diventi per forza. Consiglio dal cuore: andate al sodo ed evitate gli imballi!
Piccolo sforzo, meno rifiuti!

– Silvia Cercasfuso, campionessa 2023 di Spackaging


Silvia è stata una campionessa di dribbling delle confezioni monouso, quelle che si usano una volta e poi diventano rifiuti. Ora, attorniata dai suoi nuovi attrezzi sportivi – buste di tela, vasetti ermetici, cestini, flaconi e bottiglie riutilizzabili – può vantarsi dei suoi record nel campionato di spesa senza packaging.

Silvia, come si fa a diventare campioni?
Non è facile, perché acquistare prodotti sfusi è stato finora uno sport minore. Però i negozi che vendono i prodotti alla spina – quelli cioè non impacchettati in confezioni – stanno spuntando quasi in ogni città: si vede che la gente ha voglia di mettersi in gioco e di fare meno rifiuti!

Però girare con tutta questa attrezzatura deve essere pesante!
Al contrario, sono molto leggera. Perché usando i miei contenitori posso comprare la quantità perfetta, quella che voglio io. Gli altri consumatori non possono, sono costretti ad acquistare le quantità previste nei supermercati. Anche per questo ciascun italiano butta via in media circa 70 kg di cibo che non utilizza ogni anno. Non è un inutile appesantimento?

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Fabio Spostante, campione di Sgombratutto

 

Elettrodomestici, batterie, mobili abbandonati qua e là mi han sempre fatto una rabbia che non ti dico. Poi degli amici mi hanno parlato del centro di raccolta. Così è nata la passione per il sollevamento ingombranti!
Piccolo sforzo, meno rifiuti!

– Fabio Spostante, campione 2023 di Sgombratutto


Fabio ha muscoli possenti e una volontà di ferro: anche col caldo più torrido, riesce a spostare gli oggetti più voluminosi e pesanti. Una volta è stato visto girare con un letto sopra la testa, due copertoni al collo e un frigorifero sotto il braccio.

Fabio, come ti è venuta l’idea di dedicarti allo Spostamento di Ingombranti?
Ogni giorno giravo per la città e vedevo per le strade lavatrici rotte, comodini sfasciati, materassi marcescenti… roba da uscirne pazzi! Poi ho capito che molte persone devono liberarsi di quegli oggetti, ma non sanno proprio dove metterli. Quindi ho cominciato ad allenarmi sgomberando cantine e svuotando soffitte.

Però non è che puoi fare tutto tu...
No, infatti. Per fortuna esistono i Centri di raccolta, dove si possono portare tutti questi bestioni di rifiuti. Se poi uno non riesce a trasportarli, può telefonare al numero verde 800 473165 e mettersi d’accordo con uno Spostatore di Ingombranti professionista. Basterà lasciarli accanto alla porta alla sera e il giorno dopo non solo saranno spariti, ma se possibile saranno pure riciclati. Che forza!

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Pina Gambalunga, campionessa di Plogging

 

Pant, pant… Corro guardando lontano, adocchio il rifiuto, lo raccolgo al volo con un bel mix di sdegno e soddisfazione. È uno sport che amo perché tonifica il fisico e ripulisce l’ambiente.
Piccolo sforzo, meno rifiuti!

– Pina Gambalunga, campionessa 2023 di Plogging


Con i quadricipiti di una podista e l’occhio acuto di un’ambientalista, Pina corre. Macina chilometri, tritura calorie e spazza via i rifiuti che incontra sulla strada: li afferra con una pinza, li fa volteggiare in aria e li cattura in una borsa speciale.

Pina, da dove viene questo sport, il plogging?
Da un atleta svedese che nel 2016, vedendo lo stato in cui versavano le strade di Stoccolma propose di unire la corsa alla pulizia dell’ambiente. Mescolando la parola plocka upp – raccogliere, in svedese – con il jogging è nato il plogging. Da allora si sta diffondendo in tutto il mondo. In fondo è facile: basta dotarsi di un sacchetto, guanti, pinze. E buone scarpe da corsa.

Si potrebbero fare delle gare di plogging!
Ci sono già. In Italia organizziamo addirittura il Campionato Mondiale. L’anno scorso hanno partecipato oltre 70 atleti che hanno raccolto più di 1.000 kg di rifiuti in un solo giorno. Ma più che gare, sarebbe bello mettere in piedi – è il caso di dirlo – corse a squadre dedicate alla plastica, alla carta, alle lattine e così via. Così, invece di ripulire solamente le nostre strade, potremmo avviare al riciclo tutti quei rifiuti che lascia in giro la gente maleducata!

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Pierre Straccio, campione di Rimodanza

 

Rammendo lo strappo, cucio la toppa, sbianco la macchia, regalo lo stretto. Eee… ripeto a rotazione per una moda senza tempo, stagioni e padroni! Va’ che bellezza!
Piccolo sforzo, meno rifiuti!

– Pierre Straccio, campione 2023 di Rimodanza


Chinato e concentratissimo, Pierre è pronto a intercettare qualsiasi capo d’abbigliamento che sta per essere buttato via. Ecco che arriva una camicia bucata. Pierre si lancia: un colpo di ago, un ricamo raffinato e la camicia è riparata!

Wow! E dopo che eviti che i vestiti finiscano nella rete dei rifiuti, cosa fai?
Beh, li rimetto in campo. Abbelliti da toppe, strass, ricami e tutto ciò che la fantasia consente, i capi prendono nuova vita. E che vita! Spesso riescono a trasformarsi in abiti di gran moda che danno sicuramente un tocco in più rispetto a quelli industriali in vendita. Ma non solo: una volta con un maglione ho fatto un cuscino da salotto e con una gonna una borsetta.

Però non tutti hanno talento nel ricamo e nel cucito… è uno sport per pochi?
Tutt’altro. La maggior parte delle volte i vestiti scartati sono in perfetta forma. Allora per evitare di fare rifiuti basta metterli nei raccoglitori pubblici con cui tante associazioni a scopo benefico possono rimetterli in circolo. Qualcuno – tramite i social – crea reti di dono e scambio di abiti, cappelli, borse, scarpe e accessori, organizzate per vie, per quartieri, per paesi. L’importante è il gioco non si fermi mai!

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Carlo Tuttosò, campione di Dovelobutto

 

Manualità: separo, pulisco, compatto. Mira: centro il giusto bidone. Memoria: conosco centri e giornate di raccolta. Come faccio? Uso l’app Dovelobutto!
Piccolo sforzo, meno rifiuti!

– Carlo Tuttosò, campione 2023 di Dovelobutto


Carta vetrata, carta forno, cartone della pizza… c’è chi mette tutto nello stesso posto. Carlo invece sa evitare le trappole della raccolta differenziata, supera gli ostacoli dei materiali. E quando arriva al traguardo del giusto bidone o del sacchetto corretto, innalza il suo smartphone come un trofeo.

Carlo, perché hai in mano il cellulare?
Perché dentro c’è Dovelobutto, l’app con cui faccio training per differenziare. Si scarica in pochi secondi sul telefono, è gratuita e facilissima da usare. Basta scegliere il Comune di residenza e l’app riporta dove va conferito ogni tipo di rifiuto. Nel caso di raccolta porta a porta, anche gli orari in cui lasciare i sacchetti. Inoltre, fornisce consigli aggiornati e avvertenze per rifiuti che traggono molti in errore.

Sembra impossibile che una semplice app riesca a descrivere tutti i rifiuti…
Il fatto è che si tratta di un’app partecipata, in cui ciascuno può dare il suo contributo. Se nell'elenco non trovi il rifiuto che vuoi buttare, puoi segnalarlo! Così la lista viene sempre aggiornata. Insomma, con Dovelobutto sarà piuttosto difficile non eccellere nella raccolta differenziata.

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Anastasia Nuovaterra, campionessa di Compostar

 

Guardate, il pollice verde l’ho sempre avuto. Il salto di qualità però fu mettermi a produrre terriccio dai miei scarti alimentari… Vedeste come apprezzano le mie piante!
Piccolo sforzo, meno rifiuti!

– Anastasia Nuovaterra, campionessa 2023 di Compostar


Quando Anastasia entra in giardino trottando trionfalmente con il suo sacchetto di scarti organici sotto il braccio, tutte le piante le fanno la ola. Arrivata al composter, è tutto un frinire di stami e pistilli, un applaudire di foglie.

Anastasia, come hai fatto a diventare una compo-star?
Quando ho scelto di avere un orticello tutto mio, all’inizio il terriccio lo compravo. Poi mi sono detta: ma perché non farmelo da sola? A poco a poco ho iniziato a mescolare gli avanzi di cucina con gli scarti verdi. E in breve tempo quello che sembrava un rifiuto è diventato una risorsa!

Devi ringraziare qualcuno del tuo successo?
Certamente: nessuno riesce a farcela da solo. Devo quindi pubblicamente dire grazie a qualche insetto, a tanti lombrichi ma soprattutto a quei miliardi di miliardi di efficientissimi batteri che ad ogni ora del giorno e della notte trasformano i miei miseri rifiuti in superbo terreno per le mie piante. Fare compost è uno sport di squadra!

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Pino Tuttofò, campione di Ripararte

 

Tsè, l’obsolescenza programmata mi fa un baffo! Datemi qualcosa di rotto e io vi restituisco qualcosa di nuovo… con assistenza infinita.
Piccolo sforzo, meno rifiuti!

– Pino Tuttosò, campione 2023 di Ripararte


Quando inizia a riparare le cose, Pino sembra ammaliare gli oggetti come un incantatore: i fili si riallacciano, i tubi si raddrizzano, le guarnizioni si sostituiscono, i circuiti riprendono silenziosamente a funzionare.

Pino, in questo sport non hai rivali!
Ho però un avversario terribile: il tempo. È a causa sua che le cose a un certo punto si rompono. Ma io mi faccio beffe sia del tempo che delle discariche: so che gli oggetti hanno valore e mi alleno duramente per dare loro una durabilità lunga, lunghissima, potenzialmente infinita.

Però c’è chi lavora per accorciare la vita degli oggetti...
Oh, sì: c’è chi cerca di convincerci che le cose vadano cambiate spesso e chi produce oggetti che inevitabilmente si rompono poco dopo l’acquisto e che è difficilissimo, se non impossibile, riparare. Bisogna chiedere alle aziende di progettare oggetti durevoli: l’Unione Europea da due anni obbliga i produttori di elettrodomestici come televisori, lavastoviglie e frigoriferi, a garantire la riparazione, ad esempio rendendo disponibili per almeno 10 anni i pezzi di ricambio. Speriamo che presto questo avvenga anche per altri beni, come computer e smartphone!

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Laura Salvacqua, campionessa di Separolio

 

Nonna diceva: “Buon fritto non unge!”. Verissimo. Da lei ho imparato tutto, anche a non gettare olio nel lavandino perché “L’acqua è il suo nemico!”, diceva nonna.
Piccolo sforzo, meno rifiuti!

– Laura Salvacqua, Campionessa 2023 di Separolio


Laura impugna le padelle come racchette: dopo aver intercettato l’olio delle frittelle e averlo raffreddato, con una torsione del braccio lo rimanda in un contenitore dedicato.

Raccogliere l’olio in una bottiglia di vetro o di plastica: è così che si fa?
Sì, mentre è assolutamente vietato buttarlo nello scarico del lavello o del WC: l’olio nelle condutture, diventando solido, rischia di intasarle. E poi non fa bene nemmeno al processo di depurazione delle acque sporche. Abbandonare l’olio nell’ambiente poi può provocare danni irreparabili: rovinare il suolo, rendere inutilizzabili le falde acquifere e impedire di respirare agli organismi dei fiumi e dei mari.

Quindi hai in casa una collezione di bottiglie di oli esausti, come se fossero trofei?
Assolutamente no: l’olio si può e si deve riutilizzare! C’è chi decide di bruciarlo in una lanterna e chi lo lavora fino a farlo diventare sapone. Ma io consiglio di portarlo ai Centri di raccolta che esistono sul territorio: da lì verrà poi rimesso in circolo in maniera efficiente e sicura, magari trasformato in eccellente carburante biologico, un’energia rinnovabile che non fa male al clima.

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